lunedì 28 settembre 2009

Tuscany's week

La settimana post grossetana è appena ricominciata e al piacere del rientro a casa si accompagna la sottile malinconia dei 5 giorni trascorsi nel territorio maremmano in compagnia della mia amica e collega.
Circa un mese fa, complice la pubblicazione delle graduatorie scolastiche, abbiamo programmato un periodo a Grosseto, nelle provincia toscana da noi scelta cosicchè, con la scusa di analizzare la zona, visionare la collocazione delle scuole e i collegamenti tra le singole zone del territorio e ricercare affitti immobiliari, potessimo unire l'utile al dilettevole e goderci una delle zone più belle della Toscana.
Lunedì mattina, quindi, dalla stazione di Roseto siamo partite in pullman dirette alla stazione di Roma Tiburtina dove, poi, abbiamo preso il primo treno per Grosseto. Ad accoglierci un sole abbagliante che ha riportato l'estate proprio nel giorno dell'equinozio d'autunno, carico di energia e gioia di vivere. Dopo un primo giro turistico per il centro storico della città, con le mura, la piazza, il Duomo e il Palazzo del Comune, è iniziato il nostro tour on the road per la provincia, tra le cittadine di Follonica (meta turistica in estate), Orbetello e la meravigliosa Porto S. Stefano, alle pendici del Monte Argentario, circondata da acqua cristallina dove tuffarsi liberamente, con le vie strette e i vicoli nascosti tra le mura dei palazzi, i saliscendi dei gradini da cui fanno capolino porte, finestre e balconcini fioriti. Dinanzi il lungomare, con le navi attraccate e le coppie mano nella mano a passeggiare, anziani fermi a godere i raggi del sole sulle panche e qualche ragazzino in bici a scambiare due chiacchiere, mentre gustavamo un morbido gelato in una terrazza sul mare.
Che piacere rientrare a Grosseto dopo un'intera giornata trascorsa sui mezzi, girare in centro per le librerie e gustando i piatti tipici nelle locande del luogo, infine rientrare in albergo a leggere e riposare.
L'ultimo giorno è stato interamente dedicato all'acquisto di doni e souvenir per amici e familiari, un' ultima ispezione per le librerie e le vie del centro e poi nuovamente in albergo a preparare i bagagli un pò felici per il rientro a casa un pò tristi per dover salutare una zona che, se Dio vorrà, rivedremo presto. Il viaggio di ritorno, però, in compagnia di due simpatici autisti ci ha consentito di lasciarci scivolare addosso la malinconia e goderci totalmente la trasferta fino al ritorno in patria. In quel momento, proprio come diceva Dorothy nel Mago di Oz, abbiamo entrambe pensato che "... Nessun posto è come casa propria".

domenica 20 settembre 2009

Sometimes they come back ...

Qualche volta ritornano, questi fantasmi del passato ... Fin qui nulla di nuovo, ciò che conta è se siano graditi o meno!
Penso che ieri sera, il mio fantasma sia stato gradito dal mittente all'altro capo del telefono! Sempre che non abbia frainteso quel fantastico "Ohhhhh!!!!!!!" che mi ha fatta scoppiare in un riso di gioia che da tempo non era più tornato a trovarmi.
E già, dopo quasi 19 anni (complice alcune informazioni di cui avevo bisogno), ho alzato la cornetta del telefono, composto il prefisso e il numero e atteso che rispondesse una voce per me nuova dall'altro capo. E quella risposta c'è stata. Quella voce era proprio la sua, non avevo sbagliato numero! Dopo tutti questi anni la signora in linea ha risposto col suo accento incomprensibile ed esclamato al mio nome e cognome un'entustia Ohhhhhh. Ragazzi, che emozione! L' amica svedese (e coetanea) di mamma, che ho conosciuto alla giovane (o spesso rimpianta) età di 5 anni, si è ricordata di me! Che meraviglia parlarle! L' imbarazzo iniziale, il tentativo un pò zoppicante (ma non vano) di presentarmi e spiegarle chi ero e perchè le stavo telefonando, in una lingua straniera quale l'inglese, e la sorpresa di constatare che, nonostante gli anni, ricordasse ancora la mia lingua mi ha colmata di una gioia indescrivibile.
Perchè?
In fondo non l'ho neppure conosciuta approfonditamente ma forse l'idea che il rapporto epistolare e poi anche personale con la mamma le ha legate fin dall'adolescenza perdurando finora, i racconti dei tempi trascorsi insieme da giovani e delle confidenze, hanno fatto in modo che quella donna dal viso rubicondo, gli occhi azzurri e i capelli platino acquisisse ai miei occhi chissà quale misterioso valore! E giù di lì con le consuete domande: "Tu devi essere adulto ormai ..."
"Sì, sono adulto. Adulta per l'esattezza!" e via dicendo con: cosa fai, come stai, la mamma, il papà, i nonni e tutta la dinastia familiare ... Questa esperienza è la prova evidente che certi legami sono intaccabili, nonostante i chilometri, nonostante l'età, nonostante i problemi.
Dopo la conversazione, rispettivamente con me, mamma e papà, al termine della chiamata tutta la serata si è svolta alla rievocazione dei tempi trascorsi chiedendoci, vicendevolmente, cosa sarà cambiato della sua vita, del suo aspetto, come trascorreranno le sue giornate nella fredda e affascinante Stoccolma e al tempo stesso meditando se anche lei si stesse ponendo le stesse domande cercando di trovare una risposta.
Non avrei mai pensato che risentirla mi avrebbe resa così felice! Non tutti i fantasmi vengono per nuocere, e talvolta i migliori sono proprio quelli che meno ti aspetti.

sabato 12 settembre 2009

Felicità fatta di nulla

Una felicità fatta di nulla
mi colma - e non è forse che l'arietta
di questa mattinata di settembre ...
Come convalescente ch'esce al sole
la prima volta, tutto quel che vede
gli par di non averlo visto mai,
ad ogni passo scopre nuovo mondo
e di dolcezza quasi piangerebbe -
il gallo che sull'aia raspa, il cielo
azzurro tra l'argento degli ulivi
la casetta che fuma in mezzo agli orti
trasalendo di giubilo saluto.

Così leggera è ora la mia anima
così poco m'appaga stamattina
che direi per vivere mi basti
vedere ogni anno
i fiori sulla terra rinnovarsi (...)

Camillo Sbarbaro.

Quante volte a renderci felici sono state le piccole cose quotidiane, di tutti i giorni.
Un sorriso scambiato in strada con un passante, la pacca di un amico nei momenti di difficoltà, una tazza di latte fumante ad addolcirci la mattina, il cielo azzurro di un pomeriggio di fine estate.
Mentre leggevo la poesia di Sbarbaro, la mia mente ha avviato un percorso a ritroso per riappropriarsi di quei ricordi tanto piacevoli, troppe volte sepolti in fondo al cuore.
E così ho constato quanto, in effetti, basti poco per essere felici se dentro te stesso hai quella pace e serenità che troppo spesso oggigiorno manca.
Ricordo ancora, quando da bambina, mi addormentavo tranquilla dopo la lettura di una favola (solitamente si trattava di Cappuccetto Rosso), insistevo perchè mamma la leggesse più di una volta fino a quando le palpebre non si appesantivano. In seguito, la favola è stata sostituita da un buon libro che quasi ogni sera mi prende per mano voglioso di trascinarmi nel suo mondo, tra le tracce d'inchiostro della carta.
I pranzi di Natale con i nonni, la presenza degli zii e della mia sola cugina che, vivendo a Roma, ho modo di rivedere solo in rare occasioni. Notare i cambiamenti del suo volto ogni anno, un look o un abbigliamento diverso dal precedente, scambiarsi confidenze e aspettative; nulla di più bello!
O la gioia inaspettata quando, in sede di discussione di laurea, due colleghi universitari mi hanno gratificata di un bouquet di fiori rossi.
Ricordo la scorsa Pasqua trascorsa a Genova. Vicoli che trasudavano storia, vicoli che riecheggiavano dei passi e delle note di De Andrè, vicoli ora sporchi ora puliti ma pur sempre vicoli vissuti, con gli extracomunitari e le loro botteghe, con qualche vagabondo dall'aria dimessa, la chitarra in mano e un berretto di spiccioli poggiato a terra ... Proprio tra questi vicoli, si ferma un distinto signore ad augurarti Buona Pasqua ... E' un perfetto sconosciuto, ma il suo augurio è prezioso: è un augurio totalmente disinteressato! E sempre a Genova, sempre a Pasqua quel passante con i suoi suggerimenti ciceroniani, i suoi consigli su come muoversi, spostarsi ... Quanto caro mi fu quell'aiuto!
La felicità la si scova ovunque se la si sa cercare ... la dolcezza di un frutto maturo, la spensieratezza di una giornata al mercato, le fusa di un gatto desideroso di coccole sulla tua gamba, gustare un gelato con l'amica che non rivedi da tempo, proprio come è accaduto alcune settimane fa quando, in occasione del ritorno da Firenze di un' amica comune, è stato organizzato un Pescara day con le mie ex colleghe universitarie. Essere insieme lì, attorno al tavolino di un bar del corso principale, scattarsi foto e scambiare due chiacchiere davanti a un gelato, perlustrare negozi e vetrine, sentire il fremito, l'esigenza di aggiornarsi su fatti, accadimenti, novità è ogni volta un' emozione.
A volte così ... Anche una piccola poesia, due versi scritti bene possono aprirti l'anima.

martedì 8 settembre 2009

Ogni tanto una bella corsetta è proprio quello che ci vuole ...

Ogni tanto una bella corsetta è proprio quello che ci vuole! E' ciò che ho pensato ieri sera di ritorno da una corsa di 35 minuti sul lungomare sud di Roseto, zona camping. Era da qualche settimana che non mi allenavo più e ne ho tratto tutto il beneficio di cui avevo bisogno, complici i colori caldi del tramonto, la brezza marina che mi scivolava addosso, il rumore delle onde infrantesi sugli scogli e la calma rassicurante di qualche passente che si godeva la bellezza delle prime giornate settembrine. 35 minuti in cui ho scaricato tensioni ed energie negative per lasciar spazio solo a quelle positive, ho sgombrato la mente da preoccupazioni e doveri per ritornare ad essere me stessa, libera degli schemi e delle maschere convenzionali che dobbiamo calarci sul viso quando siamo in società; parlo al plurale perchè, spesso, le maschere sono più di una: c'è quella che ci accompagna al lavoro; quella che indossiamo con gli amici quando andiamo a divertirci; talvolta quella che mettiamo con l'altra metà, desiderosi di adattarci alle abitudini dell'altro e così via.
Risultati molto più vantaggiosi li ottengo le volte che mi tuffo in piscina; allora mi lascio cullare dall'acqua che ristagna in vasca, scivolando come un pesce e dimenticando completamente il mondo che mi circonda. E' un movimento automatico quello che mi attraversa, quasi autistico, totalmente slegato dai pensieri. Come se stessi dormendo, la mente inizia a sognare senza che io ne abbia piena consapevolezza e una serie di immagini prende a susseguirsi davanti ai miei occhi che scrutano il fondale della vasca. La serenità e la calma che mi infonde l'acqua mi riporta in quell'utero materno, quella barriera amniotica protettiva che mi rendeva partecipe del mondo esterno senza esservi ancora totalmente immerso. Penso, allora, a quanto sia utile il movimento non tanto per i suoi benefici fisici, quanto per i suoi benefici mentali; perchè muoversi fisicamente altro non è che che dar vita a un movimento mentale e dell'anima che si riflette, poi, sul nostro corpo.
Come dicevano gli antichi romani: mens sana in corpore sano, e direi proprio che avevano capito tutto.

domenica 6 settembre 2009

Sapore d'autunno ....

La canzone di Gino Paoli, Sapore di mare, preannunciava l'arrivo dell'estate e degli amori che, di solito, la accompagnano; oggi, 6 settembre 2009, l'estate può dirsi definitivamente conclusa, dandoci il suo arrivedarci al 2010 con una dolce pioggia malinconica che segna, invece, l'ingresso del tanto bistrattato autunno. Ecco allora che con un gioco di parole la mia mente ha coniato l'espressione Sapore d'autunno che, differentemente dalla prima, sembra già riecheggiare nei suoi suoni una vena nostalgica che ci fa rimpiangere l'appena trascorsa bella stagione.
Per molti, purtroppo, l'autunno ha connotazione negative e, nonostante il caldo che fino ad alcuni giorni fa ci ha letteralmente squagliati in senso fisico e psicologico, il calo delle temperature e questa pioggerella rinfrescante non sono state accolte come dovevano, causando una serie di lamentele ingiustificate da parte dei cittadini.
Il più delle volte, infatti, presi dai nostri impegni dimentichiamo di quanto una bella giornata di pioggia possa essere indispensabile per la natura circostante e, perchè no, anche per i nostri amici animali. Perchè se è vero che a noi basta un bicchiere d'acqua gelata per sentirci subito meglio, nessuno riflette sul fatto che l'acqua piovana costituisce il bicchiere d'acqua di fiori, piante e prati o che, talvolta, al nostro amato cane o gatto non sia sufficiente una ciotola colma per placare la sofferenza che il caldo apporta loro: spesso occorre che l' afa diminuisca, il sole copra i suoi raggi a volte aggressivi e una benevola nuvola faccia cadere qualche goccia affinchè quella lingua penzoloni che gocciola macchiando il pavimento di casa o, in casi migliori, donando qualche goccia alla terra arsa del giardino, cessi di mostrarsi al pubblico e restituisca al nostro compagno a quattro zampe un aspetto sereno.
Ogni giorno, nel mese appena passato, mi sono sentita impotente nel constatare la mancanza di forze del mio cane, uno splendido "cucciolo" di 15 anni che vedevo ora buttato in un angolo all'ombra della poltrona a pancia in sù, ora sotto la console dov'è poggiato il televisore, ora in cerca di un pò di refrigerio tra il fogliame della siepe in giardino dove, irrimediabilmente, si è venuto a creare un buco grande quanto il suo sedere! E quanta serenità, invece, in questa giornata di grigiore risplende nei suoi occhi languidi! Quanta energia in quelle zampette muscolose e scattanti! A volte dovremmo proprio pensare al loro di bene e non solo al nostro, e forse sapremo godere anche di una "triste" giornata di pioggia!